Storia della Parrocchia

L'area equivalente all'odierna parrocchia di Villa del Conte, con tutta probabilità, era abitata già in tempi antichi. Situata nell'area del Graticolato romano, viene logico pensare che vi fossero insediamenti umani almeno dall'epoca della Roma repubblicana. Ciò può essere testimoniato dai ritrovamenti di resti, nelle campagne di Abbazia Pisani, databili tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C., oltre ai materiali di origine romanica riutilizzati, e ben visibili, nelle vicine chiese di epoca medievale: in particolare San Massimo a Borghetto e Santa Eufemia proprio ad Abbazia. Questi resti testimoniano che tra il III e il XIII secolo gli insediamenti locali erano dediti perlopiù alla lavorazione della lana.

Con la caduta dell'impero e le invasioni barbariche, la zona subisce un'opera di degrado tipica dell'Alto Medioevo. Con il passare dei secoli, la natura prende il sopravvento, paludi e boscaglie cancellano i segni dell'Epoca romana. Ai cambiamenti del territorio, si susseguono quelli politici, in un'epoca storica in qui la Chiesa ne è parte integrante. Nell'anno 569, la nostra parrocchia passa quindi dalla Diocesi di Padova a quella di Treviso per decisione dei governonanti longobardi. Nel X secolo, cambierà nuovamente diocesi passando a quella di Vicenza.

Solamente attorno all'anno 1000 la popolazione ricomincia a occuparsi del territorio, grazie ad un nuovo slancio demografico, successivo al periodo di forte instabilità che colpì tutto il continente nell'Alto Medioevo. Risale proprio a questo periodo il primo documento storico, conservato negli statuti padovani e nell'archivio di Stato di Venezia, nel quale viene usato il nome Villa Comitis (nome latino di Villa del Conte). Esso era un atto di donazione fatto dai conti di Camposampiero ai monaci di Santa Eufemia di Villa Nova (l'odierna Abbazia Pisani), in data 29 aprile 1085. A riprova di come molte delle informazioni sulla vita dei nostri avi giungono a noi, per la maggior parte, proprio da atti notarili dell'epoca, in particolare quelli matrimoniali.

Da essi si può concludere, ad esempio, che fino al XIV secolo la popolazione parrocchiale si assestava ad un centinaio di abitanti e che proprio in quel periodo iniziava a mostrarsi un timido interesse per Villa del Conte da parte delle famiglie nobiliari provenienti dai principali centri abitati dei dominii carraresi. Nel 1400, iniziarono a rafforzarsi i collegamenti con il territorio parrocchiale di Abbazia Pisani, in un'epoca in cui la popolazione era ancora dedita all'agricoltura e alla pastorizia, nonostante cominciassero a nascere i primi mulini ed erano certamente presenti artigiani come fabbri, sarti e straccivendoli. Con l'annessione dei territori dei Carrara alla Repubblica di Venezia, iniziarono a giungere a Villa del Conte anche aristocratici della città lagunare, la cui impronta sarà significativa per la vita della comunità nei secoli a venire.

Sempre nel XV secolo, anche i piccoli paesi di campagna iniziarono a dare vita a identità proprie: sociali, economiche e religiose. Nacquero quindi le cosiddette vicinie, ossia riunioni dei capi famiglia presiedute da uno o due sindaci eletti annualmente e convocati periodicamente per risolvere le questioni contingenti. Risulta che nel 1439 vi fossero quattordici capi famiglia nella sola comunità parrocchiale di Villa del Conte. Questo dato fa supporre che la popolazione parrocchiale potesse superare di poco le cento unità.

Nel XVI secolo vi fu un afflusso massiccio di nuovi nobili e un consolidamento nel tessuto sociale della parrocchia delle famiglie aristocratiche già presenti. Oltre ai nobili, da Camposampiero giunsero famiglie di borghesi, mentre i piccoli proprietari terrieri vengono pian piano assorbiti nella manovalanza e nell'affittanza al servizio dei nobili. In questo periodo di prima espansione, tuttavia, la parrocchia perde temporaneamente la sua indipendenza e diviene Giuspatronato delle monache della chiesa di San Giuseppe in Castello, a Venezia.

Nella seconda metà del '500, gli abitanti parrocchiali erano cresciuti molto, rispetto ai secoli precedenti, raggiungendo le 700 unità. Un secolo dopo toccarono le 850 anime e a metà del '700 vi erano quasi 1000 abitanti. Il XVIII secolo fu periodo di grande cambiamento per la parrocchia, con l'arrivo in particolare di don Giuseppe Carrara che fece realizzare la nuova chiesa e fu determinante per dare un primo impulso all'istruzione primaria. L'onere dell'istruzione infatti era ancora affidato alla Chiesa, nello specifico alla Scuola della Dottrina Cristiana. L'educazione era quindi religiosa, ma veniva insegnato ai bambini, oltre alla morale cristiana, anche a leggere, scrivere e far di conto. Nonostante l'impegno del don e dei capellani, pochi alunni frequentavano la scuola, sia per mancanza di strutture adeguate, sia perché per una popolazione come la nostra, dedita ancora molto all'agricoltura e all'allevamento, anche le braccia dei bambini erano necessarie al sostentamento della famiglia.

Ad inizio '800 gli abitanti erano tra i 1 200 e i 1 300, in appena cento anni raggiunsero le 2 000 unità. Nel XIX secolo, la povertà era praticamente endemica e favorì l'insorgere di un numero rilevante di girovaghi e mendicanti, a cui si aggiunsero disertori delle guerre napoleoniche, che alimentarono le fila del brigantaggio. Chi era fortunato e poteva lavorare nei campi, in generale, si accordava con i proprietari terrieri tramite contratti di affitto con pagamento in denaro, in beni, o misto. Spesso il contratto stesso era giornaliero o stagionale, situazione che favoriva così una forma di precarietà, all'epoca certamente fattore di povertà. La maggior parte della popolazione era rurale, molto spesso braccianti, che vivevano ancora, sin dal Medioevo, nei Casoni, abitazioni di mattoni con il pavimento in terra battuta e il tetto spiovente di graticci e "strame", ossia paglia, fieno o erba secca. Gli ultimi casoni furono abbattuti dopo un decreto degli anni '30 del '900, anche se alcuni sopravvissero per alcuni decenni. I residenti più fortunati invece vivevano nelle Masserie, case tipicamente formate da due edifici: l'abitazione e il rustico con il barco, cioè la stalla.

Dopo la terza guerra d'indipendenza, il Veneto passa dall'Austria al neonato Regno d'Italia e nel 1877 l'istruzione passò definitivamente dalla Chiesa al nuovo Stato italiano, trasferimento di competenza sancito dalla nascita della scuola pubblica comunale in cui non insegnavano più i capellani bensì docenti laici. Fino alla prima metà del XIX secolo, non vi era un medico stabile a Villa del Conte e le partorienti erano perciò affidate alle mani delle rare levatrici. Le scarse condizioni igieniche dei secoli precedenti rendevano il parto un momento ancor più delicato e perciò la Chiesa dava alle levatrici, in caso di difficoltà durante il parto, il permesso di battezzare i bambini se questi rischiavano la morte e il parroco non fosse giunto in tempo per conferire il sacramento.

Ad inizio '900 si diede quindi un nuovo impulso in favore dell'igiene della popolazione, con la creazione di pozzi artesiani, per garantire acqua potabile alla popolazione, e si iniziarono vere e proprie campagne sanitarie per arginare alcune epidemie. Al termine del primo conflitto mondiale, la popolazione parrocchiale aveva raggiunto le 3 300 unità, conclusa la seconda, comprendendo anche le frazioni, il comune di Villa del Conte arrivava a 4 700 abitanti. Nel 1934, inizia la sua opera l'Asilo parrocchiale "Spada-Dal Prà", ancora oggi attivo, dopo una piccola pausa dovuta all'occupazione da parte dei tedeschi, i quali requisirono l'edificio per un breve periodo durante la guerra. Dal 1945 al 2006, l'asilo è stato gestito, con amore e dedizione, dalle suore elisabettine per divenire all'inizio del XXI secolo il Centro Infanzia "Suor Almarosa Rech". Negli anni '60, a causa delle difficoltà economiche del primo decennio post-conflitto che favorirono l'emigrazione, la popolazione era scesa a 3 600 unità. Sul finire del secolo, grazie al boom economico degli anni '60 e '70, Villa del Conte raggiunse i 5 000 abitanti.

Per approfondire

  • Iginio Tonin, Il calore della nostra terra - Il Novecento a Villa del Conte, Edizioni Bertato Ars et Religio, Villa del Conte (PD), dicembre 2016, ISBN 9788890774966.
  • Claudio Miotto e Paolo Miotto, Il territorio di Villa del Conte nella storia, Comune di Villa del Conte, Noventa Padovana (PD), dicembre 1994.