La Chiesa

La competenza in ambito religioso del territorio di Villa del Conte, fin dall'epoca dei Longobardi, apparteneva alla Diocesi di Treviso, che aveva un suo centro spirituale a San Donato di Cittadella. A codesta pieve era incorporata anche Villa del Conte con la sua chiesa intitolata a Santa Maria (ecclesia "Sanctae Mariae de Villa Comitis").

Durante dei lavori di restauro totale della chiesa (1994 – 1996), fatti eseguire dal parroco don Renzo Rizzato, una nuova ed affascinante scoperta è venuta ad arricchire le pagine di storia di questo luogo sacro. Nel gennaio 1996, eseguendo gli scavi per l'installazione di un moderno impianto di riscaldamento a pavimento nella chiesa, a circa un metro di profondità, è stato rinvenuto uno strato di pezzame laterizio di epoca esclusivamente romana. Il dottor Sandro Salvadori, sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici della Regione Veneto, ha classificato e datato l'area di pavimentazione come appartenente al V secolo. Purtroppo, l'impellenza dei lavori in corso non ha permesso di approfondire ulteriormente la ricerca e le indagini su un possibile sito religioso risalente al periodo paleocristiano.

Tuttavia i lavori di rimozione e sterro del pavimento della navata centrale hanno permesso di riportare alla luce le fondazioni della precedente chiesa in uno stato ancora ben conservato e delineato. La pianta con tre navate, una centrale e due laterali, emersa dagli scavi, ripeteva un modello di struttura molto diffuso nell'XI secolo e definito basilicale.

L'orientamento era esattamente opposto a quello attuale e cioè con l'entrata ad Ovest e l'abside rivolta ad Est. Questa tipologia costruttiva deriva da disposizioni conciliari che invitavano i sacerdoti a celebrare la santa messa rivolti verso il sole nascente (sol invictus), che rappresentava Cristo (ricordiamo che, prima del Concilio Vaticano II, i sacerdoti svolgevano le celebrazioni rivolti verso l'Altare, non verso i fedeli [n.d.r]). Portiamo come esempio l'orientamento e la struttura architettonica delle chiese di Sant'Anna Morosina e di Abbazia Pisani.

Frammento di pavimento di epoca romana
Frammento del pavimento di epoca romana con il marchio "AR", la fornace che l'ha prodotto.
Resti dei lavori 1
Le fondazioni della chiesa a pianta basilicale originaria dell'XI secolo.
Resti dei lavori 2
Resti di una colonna della precedente chiesa durante gli scavi che hanno permesso il ritrovamento della pavimentazione romana del V secolo.
San Pietro
San Pietro (Simone di Betsaida),
capo della Chiesa cristiana
(cm. 165+30 di piedistallo in marmo).

Il primo documento storico dagli statuti padovani e dall'archivio di Stato di Venezia da cui risulta il nome Villa Comitis (Villa del Conte) è un atto di donazione fatto dai conti di Camposampiero ai monaci di Santa Eufemia di Villa Nova (l'odierna Abbazia Pisani), in data 29 aprile 1085. Questo atto attesta che Villa del Conte ed Abbazia Pisani erano due centri abitati ben consolidati ancor prima dell'XI secolo e sicuramente con i loro rispettivi luoghi di i culto.

Si può presumere quindi che un edificio religioso sia stato costruito fra il 1100 e il 1200, nello stesso periodo in cui è avvenuto il passaggio di appartenenza dalla Diocesi di Treviso a quella di Vicenza. Verso la fine del 1200 era già stata nominata la nuova patrona, Santa Giuliana, mentre la precedente titolare, Santa Maria, continuerà ad essere ricordata e citata ancora per molto tempo.

Nel 1297, infatti, il monaco Antonio, coadiuvato dal presbitero Bartolomeo, si qualifica in alcuni atti come rettore della chiesa di Santa Giuliana, in altri di quella di Santa Maria. L'area interna dell'edificio era circa 200 m², quasi la metà di quella attuale ma sufficiente a contenere i fedeli della comunità di allora. Il primo inventario rinvenuto presso la curia di Vicenza relativo ai beni della chiesa di Santa Giuliana risale al 1444, mentre era rettore don Nicolò da Venezia.

La chiesa era dotata già di una fonte battesimale e di tre altari ben arredati e corredati di calici dorati e croci d'argento. L'Altare Maggiore era dedicato a Santa Giuliana, patrona della chiesa, mentre gli altri due ancora non avevano titolari. Nel 1549, troviamo il secondo altare dedicato alla Beata Vergine Maria; assumerà poi il titolo del Santo Rosario nel 1634. Il terzo, nel 1669, era in onore di San Giovanni Battista mentre nel 1718 verrà consacrato a San Giuseppe.

Erano affidati per la manutenzione e l'amministrazione alle confraternite del Santissimo Sacramento e della Gloriosissima Vergine Maria, mentre il beneficio dei beni patrimoniali della Parrocchia (23 campi) era amministrato dai massari e fabbriceri.

Nei primi anni del '700, il nobile Paolo Lion, di Villa del Conte, fece costruire, nei pressi del centro, una chiesetta oratorio dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Da allora la ricorrenza agiografica del 29 giugno venne celebrata sia come festa paesana con la sagra, sia come solennità religiosa in chiesa. Con l'introduzione della manifestazione fieristica nel 1972, la festa di piazza fu spostata ai primi di luglio, determinando così, in pochi anni, l'abbandono di quella religiosa.

Un vanto per la parrocchia rimangono sempre le due bellissime statue in pietra raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, presenti sull'Altare Maggiore della chiesa dal 1707 e provenienti dalla scuola d'arte "Marinali" di Vicenza.

Il 10 settembre 1710, viene nominato Vicario a soli 27 anni, don Giuseppe Carrara, quella tuttora esistente. Esperto di architettura, legò il suo nome alla storia di Villa del Conte per la realizzazione della nuova chiesa. Nei primi anni del suo vicariato, in un contesto dove l'analfabetismo dilagava, indirizzò la sua opera all'educazione e all'istruzione religiosa sopratutto dei ragazzi.

Erano affidati per la manutenzione e l'amministrazione alle confraternite del Santissimo Sacramento e della Gloriosissima Vergine Maria, mentre il beneficio dei beni patrimoniali della Parrocchia (23 campi) era amministrato dai massari e fabbriceri.

Sollecitato dal vescovo mons. Sebastiano Venier, don Giuseppe Carrara instaurò a Villa del Conte, nel 1718, la Scuola della Dottrina Cristiana dotata di uno statuto e di un regolamento per la formazione didattica e religiosa dei maestri. Questa Confraternita venne posta sotto la protezione di San Carlo Borromeo, apostolo della Riforma Cattolica.

San Paolo
San Paolo (Saulo di Tarso),
Apostolo delle genti
(cm. 165+30 di piedistallo in marmo).
L'altare
L'Altare Maggiore (alla Romana).
  • 1692 – Assetto originario (don Antonio Carosolo)
  • 1734 – Aggiunta del "Ciborio" e decorazione marmorea (Biancone – Bassano)
  • 1746 – Trasloco del nuovo presbiterio (don Giuseppe Carrara)
  • 1883 – Ampliamento posteriore e mensola (A. Menin – Pove del Grappa)
Ciborio lato frontale
"La resurrezione di Gesù", sul lato frontale del Ciborio.
Ciborio lato posteriore
Il Ciborio visto da dietro l'altare.
Santa Giuliana
Santa Giuliana.

Don Carrara trovò un valido aiuto in don Francesco Fabris, originario di Galliera Veneta, che si dedicò con zelo, dal 1723, all'insegnamento della morale e della dottrina. Nel 1734, don Carrara rese maestoso l'Altare Maggiore aggiungendovi il Ciborio (il tabernacolo a quattro colonne [n.d.r.]) di finissimo marmo con scene applicate ad intarsi policromi che ancor oggi possiamo ammirare. Riscontrando poi che la chiesa era ormai rovinata e cadente, anziché ricorrere ad inutili restauri, decise di costruirne una nuova, più capiente e maestosa. La progettò lui stesso e, ottenuta la licenza di esecuzione il 26 gennaio 1740 dal vescovo di Padova mons. Marino Priuli, pose la prima pietra il giorno 8 marzo 1740 con l'intento di ultimarla nel più breve tempo possibile.

Si ritiene che il nuovo orientamento della chiesa, con l'entrata ad Est e quindi opposto alla precedente, sia avvenuto in questa occasione, avendo don Carrara fatto demolire completamente il vecchio edificio. Il disegno originale prevedeva cinque altari: quello Maggiore sul presbiterio e gli altri quattro sulla navata centrale. Sul lato Sud, unita al presbiterio vi era la sacrestia, mentre l'ambiente a Nord era adibito ad oratorio. Anche questa chiesa nel corso degli anni venne ampliata e modificata, tranne la facciata che, per fortuna, è giunta ai nostri giorni con la sua armoniosa architettura originale sfidando le intemperie e l'inquinamento.

Nel 1742, mentre i lavori procedevano a buon ritmo, approfittando della visita pastorale, don Carrara chiese al vescovo di poter estendere la titolarità della nuova parrocchia anche a San Giuseppe, sposo di Maria. Mons. Marino Priuli approvò con decreto vescovile la richiesta nominando San Giuseppe compratono della nostra chiesa, assieme alla già titolare Santa Giuliana.

La chiesa fu completata nel 1746.

San Giuseppe
San Giuseppe.

Per approfondire

  • Iginio Tonin, Il calore della nostra terra - Il Novecento a Villa del Conte, Edizioni Bertato Ars et Religio, Villa del Conte (PD), dicembre 2016, ISBN 9788890774966.
  • Claudio Miotto e Paolo Miotto, Il territorio di Villa del Conte nella storia, Comune di Villa del Conte, Noventa Padovana (PD), dicembre 1994.